La carta ecologica
La carta realizzata con gli scarti di kiwi e caffè
Rudi Bressa Sempre più ecologica, oggi la carta viene realizzata anche con gli scarti agro-alimentari. Ecco allora che kiwi, mais e caffè danno vita a carte dalle caratteristiche e dalle tonalità uniche. L’idea è tutta italiana. Si chiama Crush, la nuova carta pensata e realizzata dall’italianissima Favini, storica azienda che opera sul mercato della produzione di carta e nel settore delle carte industriali con due stabilimenti, uno a Vicenza e l’altro a Verbania. Realizzata per il 15% con i sottoprodotti di mais, agrumi, kiwi, olive, mandorle, nocciole e caffè, la carta è stata sperimentata e studiata per il mondo del packaging. La cellulosa impiegata per realizzare il prodotto proviene per il 30% inoltre da cellulosa riciclata, mentre il resto è comunque certificato FSC, ovvero proveniente da foreste gestite in maniera sostenibile ed è sbiancata senza l’utilizzo di cloro (ECF). L’energia impiegata in azienda è 100% rinnovabile e autoprodotta. Source: Uploaded by user via Rudi on Pinterest Insomma una carta ecologica e dalle caratteristiche uniche, anche tattili, tant’è che sono visibili gli stessi residui organici nella trama. Una carta unica, che è stata premiata come “soluzione più innovativa di packaging ecologico” al Luxe Pack in Green Award, tenutosi a Monaco lo scorso anno. Source: Uploaded by user via Rudi on Pinterest L’azienda non è nuova a queste iniziative: da anni impiega le proprie risorse nella ricerca e nello sviluppo di materiali alternativi ed ecologici per la realizzazione dei propri prodotti. Ne è un esempio la Shiro Alga, la prima carta al mondo realizzata a partire dalla cellulosa delle alghe in eccesso raccolte nella laguna di Venezia. Il progetto piace anche all’estero, tanto che Favini si sta rivolgendo alle coste bretoni per la raccolta delle alghe in eccesso, viste le difficoltà burocratiche riscontrate ultimamente nel nostro paese. Dopo che anche il colosso della carta indonesiano, l’Asia Pulp and Paper, ha annunciato di voler fermare la deforestazione in Indonesia e di contribuire a proteggere gli habitat dell’isola, da oggi le foreste hanno un motivo in più per respirare aria di cambiamento, perché le alternative ci sono.
lifegate 12- 03-13